Alcune persone aspirano al successo in modo da avere la possibilità di acquistare beni di lusso gettati tra l’immondizia molto prima che le loro vite siano concluse. Così facendo perdono la maggior parte della vita.
Altre persone non aspirano a nulla, limitandosi a vagare attraverso le loro routine quotidiane senza alcuna percezione del fatto che la cosa più preziosa che hanno, il tempo, sta scappando via.
Alcune persone hanno una chiara idea di ciò che vogliono fare e ottenere, ma, bloccate dalla paura di fallire, indugiano e rimandano, inventando scuse per giustificare perché non sia il momento di agire.
Tutte queste persone diverse, secondo Seneca, in realtà non vivono.
È solo in rari momenti che la maggior parte delle persone si sente veramente viva. Il grosso della vita non è altro che tempo che passa. Quindi qual è il rimedio? Cosa suggerisce di fare Seneca per riprendere il controllo della nostra vita e viverla finalmente a pieno?
Per prima cosa dovremmo smetterla di preoccuparci di ciò che pensano gli altri.
Seneca ribadisce un concetto a lui caro: è assurdo che qualcuno possa essere così attento al proprio denaro e al patrimonio e invece regali con tanta generosità il proprio tempo, ben più prezioso.
È anche necessario tenere a mente la cruda realtà che prima o poi dovremmo morire.
Potremmo avere settimane, mesi, due o tre anni: la verità è che nessuno di noi lo sa. È fin troppo facile pensare che arriveremo a ottanta o novant’anni, ma forse non tutti ci arriveremo. Questa supposizione potrebbe essere errata e, che lo sia o no, ci incoraggia a rinviare le cose a un futuro che potrebbe non arrivare mai.
C’è anche la questione di quali scopi e obiettivi prefiggersi.
Seneca osserva che, piuttosto spesso, quanti ottengono simili cose sono molto lontani dall’essere realmente soddisfatti, perché il successo porta con sé una serie di richieste e pressioni. Questi hanno ottenuto tutto ciò che hanno sempre desiderato, ma c’è una cosa di cui ora sono a corto: il tempo, tempo per se stessi, per la pace e la tranquillità, la libertà dagli impegni e il riposo.
Ma non sono solo le richieste e le pressioni a presentarsi insieme al successo. È troppo facile vivere in una costante condizione di distrazione, non occupandoci mai pienamente di ciò che dovremmo fare, che davvero vogliamo fare o anche della pura e semplice esperienza di essere vivi. Continui rumori, interruzioni, notizie, mezzi di comunicazione, social media, tutte queste cose possono richiedere attenzione al punto che diventa difficile concentrarsi quanto basta per portare a termine qualsiasi attività.
Con le parole di Seneca: “Nulla tanto sfugge al controllo dell’uomo impegnato, quanto il vivere”. Infatti, egli è effettivamente occupato a fare niente. Una volta che questa abitudine si sviluppa, egli entra in uno stato costante di irrequietezza, incapace di rilassarsi o di concentrarsi su qualsiasi cosa. Questo tipo di persone diventa pienamente consapevole del valore della vita solo quando è ormai a un passo dalla conclusione.