L’inquinamento da plastica è diventato uno dei problemi ambientali più urgenti da affrontare, sia per la sua gravità, sia perché lo abbiamo ignorato per troppo tempo. Negli ultimi decenni la produzione e il consumo di oggetti in plastica ha visto una crescita esponenziale e ha prodotto fenomeni di inquinamento sulla terraferma e in mare soprattutto in molti paesi dell’Asia e dell’Africa, dove i sistemi di raccolta dei rifiuti sono spesso inefficienti o inesistenti.
OVERVIEW
Da oltre un secolo l’uomo ha acquisito la capacità di produrre materie plastiche dalla lavorazione dei carburanti fossili, la produzione e lo sviluppo di migliaia di nuovi prodotti in plastica ha avuto una crescita dopo la Seconda guerra mondiale, trasformando e caratterizzando in modo profondo la nostra società.
Non esiste praticamente settore dell’attività umana che non sia stato influenzato da oggetti in plastica: dalla medicina, alle automobili, aerei, dispositivi di ogni tipo che hanno reso più facile le nostre vite.
Alcuni prodotti sono stati costruiti per durare solo pochi minuti come ad esempio le buste di plastica per la spesa, ma sono destinati a durare nell’ambiente per centinaia di anni.
Il prezzo che stiamo pagando per questo diffuso uso della plastica è l’inquinamento in tutti i mari del mondo e, scoperto solo negli anni recenti, gli effetti delle microplastiche nelle catene alimentari, fino all’uomo.
Le materie plastiche, infatti quando si trovano in mare si degradano alla luce solare in particelle inferiori al mezzo centimetro e si diffondono su tutta la colonna d’acqua, ma sono state rinvenute in cima all’Everest e nell’Artico.
Si continuano poi a degradare in particelle sempre più minute ed entrano nell’acqua potabile e restano in sospensione nell’aria.
COSA FANNO LE AUTORITA'
Per affrontare il problema dell’inquinamento di plastiche nell’ambiente, occorre il coinvolgimento di tutti gli attori: i ricercatori, i rappresentanti dell’industria, la consapevolezza e coinvolgimento dei cittadini e una forte volontà politica a livello nazionale e internazionale.
Le autorità lavorano per realizzare un’economia circolare della plastica basata sulla riduzione dei consumi, sul riutilizzo, sulla ricerca di prodotti alternativi a minor impatto, sul miglioramento della gestione dei rifiuti, sull’incremento del riciclo e sull’ampliamento del mercato delle materie secondarie. Tutti i soggetti coinvolti nell’economia della plastica, dalla produzione alla gestione del fine vita, devono essere allineati all’obiettivo comune di porre fine alla dispersione di plastica in natura e in mare.
Serve promuovere l’adozione di misure più severe contro l’inquinamento da plastica nel Mediterraneo attraverso la Convenzione di Barcellona, le politiche nazionali e dell’UE, come il divieto di alcuni tipi di plastica monouso e obiettivi vincolanti per migliorare la raccolta dei rifiuti.
Serve lavorare nelle città affinché possano diventare modelli virtuosi di riduzione della plastica monouso e non necessaria, incremento della raccolta e del riciclo ed eliminazione della dispersione in natura.
COSA POSSIAMO FARE NOI
L’inquinamento della plastica è uno di quegli aspetti in cui ogni cittadino può fare la differenza.
Sebbene il sostanziale cambiamento di rotta può essere ottenuto solo con il coinvolgimento della filiera produttiva che può sostituire i prodotti plastici con prodotti realizzati in altri materiali alternativi e in plastica riciclata, e delle pubbliche amministrazioni che devono organizzare la raccolta e il riciclo dei prodotti plastici,
ognuno di noi deve sentire forte l’impegno nel corretto smaltimento dei rifiuti plastici, nell’utilizzare sacche per la spesa multiuso, nell'utilizzo di prodotti organici e concentrati e molti altri comportamenti che possono ridurre il consumo di plastica e generare una nuova richiesta sui mercati di prodotti realizzati con materiali e processi produttivi sostenibili.
Insieme si Puo'